La Provincia finanzia solo gli “amici”

Per Marcato una strada pericolosa da sistemare, una pista ciclabile, una rotonda non sono opere urgenti se si realizzano nei comuni di centrosinistra

Danno sempre la colpa al patto di stabilità, si inventano scuse e pretesti di ogni genere, ma le risorse per finanziare e premiare gli “amici” politici le trovano sempre. E’ il caso della viabilità, delega dell’assessore Marcato. Ma è solo il primo esempio di una serie di spese gestite in modo assolutamente arbitrario e spregiudicato che vogliamo denunciare.
Ogni anno la Provincia mette a disposizione dei comuni del territorio delle risorse proprie per finanziare le loro opere di viabilità. Gli enti locali chiedono il finanziamento per progetti come rotonde, piste ciclabili o allargamenti stradali e la Provincia li concede in base al proprio bilancio. Si tratta di risorse che i comuni mettono a bilancio e che devono poi trovare corrispondenza altrimenti diventano debiti.

Piano Provinciale della Viabilità

Il 20 dicembre scorso dopo un iter durato un anno il consiglio provinciale ha approvato l’aggiornamento del Piano Provinciale della Viabilità. Il documento è una sostanziale fotografia del panorama viario esistente e di opere progettate ormai da anni. Manca una visione strategica. Alla luce dello scenario di crisi economica che il nostro Paese sta vivendo, della difficoltà per gli enti locali di avere le risorse per sviluppare politiche idonee, appare chiaro come la proiezione fatta dall’amministrazione provinciale per il 2020, sia di impossibile completamento. Non è un caso che nella relazione finale della commissione si parli solo di finanziamenti regionali e nazionali, la Provincia non è più in grado di investire in opere viarie, a parte le manutenzioni. Le scarsissime risorse esistenti vanno concentrate nelle poche opere fondamentali che possono essere completate e di cui il territorio ha maggiormente bisogno. Non ha senso disperdere denaro pubblico. Le restrizioni e le razionalizzazioni imposte dai tagli al Trasporto Pubblico degli ultimi anni impongono un ripensamento, in particolare nel sistema metropolitano di Padova. Nel Piano non si fa cenno al tram, alle ipotesi di nuove linee, al loro sviluppo anche fuori dalla città di Padova. Al Piano della Viabilità andrebbe affiancato un Piano del servizio pubblico di Trasporto, con la possibilità di sovrapporre i due piani, creando il piano della Mobilità: una scelta neppure lontanamente accarezzata dall’amministrazione provinciale. 

Da Limena alla Pedementana

Pubblichiamo lo studio comparativo sulla viabilità dell’alta padovana.

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SPRECHI DI BILANCIO DELLA PROVINCIA DI PADOVA

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IL LIBRO NERO DEGLI SPRECHI DELLA PROVINCIA

Provincia a Colori: è questo il nuovo logo coniato dall’amministrazione provinciale Degani all’insediamento. Dopo trenta mesi di non-governo, l’unico vero colore rimasto è il NERO.

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Il Nero dei sondaggi inutili, il Nero del Partito del Non Fare, il Nero delle assunzioni a tempo determinato di portaborse ed assistenti, il Nero di agenzie inutili, il Nero dei finanziamenti della festa degli Spaventapasseri.

Il gruppo PD in Provincia di Padova

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GLI SPRECHI DI PALAZZO SANTO STEFANO

Osservazioni PD al Piano della Viabilità

L’aggiornamento del Piano Provinciale della Viabilità del 2010, predisposto sulla base degli studi condotti dalla società Net Engineering, è una sostanziale fotografia del panorama viario esistente e delle progettualità in campo ormai da molti anni. Le analisi dei flussi del traffico, la domanda e l’offerta di viabilità, le matrici matematiche utilizzate, gli scenari raffigurati, rappresentano eccellente studio scentifico e un ottimo punto di partenza. Vorremmo provare, con le nostre osservazioni, a fare alcuni passi avanti, in particolare mettendo in evidenza ciò che a nostro avviso un puro modello statistico-matematico non può per definizione cogliere. 

Le Unioni fra Comuni sono ormai indispensabili

Mattino di Padova 15 febbraio 2012 Il riassetto istituzionale del Paese che i cittadini attendono da tempo, passa attraverso nuove prospettive: il superamento delle province, l’esercizio associato di funzioni per i comuni di media dimensione, l’accorpamento di quelli piccoli, l’eliminazione di molti enti intermedi. Attraverso i suoi provvedimenti sulle province il governo Monti ha posto finalmente questo tema. L’obiettivo non può che essere una vasta semplificazione, l’eliminazione di numerose strutture inutili, servizi più efficienti per i cittadini. La strada è segnata, non si torna indietro. Poco importa se qualcuno perderà il proprio posto di potere.

I numeri della “Corte” di Barbara Degani dopo l’arrivo del nuovo Direttore Generale

Giorgio Carollo arriva per necessità di avere una figura forte in grado di fare politica perché la Presidente non ci riesce, è una ammissione di inadeguatezza di Barbara Degani. Così la Presidente si affida a un amministratore navigato, fa una nomina tutta politica e di scarso profilo tecnico.

Non è un caso se Barbara Degani e la sua Giunta hanno solo il 40% di gradimento nel sondaggio dei Giovani Industriali, non è un caso se nessuno la cita come politico di riferimento veneto tra gli intervistati: già le province non sono percepite come utili, inoltre questa amministrazione non si qualifica per opere, scelte strategiche, progetti lungimiranti, fa solo piccolo cabotaggio e passa il tempo a competere con la Giunta comunale di Padova, ostacolandone di continuo l’operato.

NO A VENETO CITY

Veneto City, un “mostro” urbanistico e commerciale  che sta nascendo a pochi cilometri da Padova per volontà di alcune amministrazioni comunali, della Provincia di Venezia e della Regione Veneto, che rischia di avere ricadute pesantissime sull’economia e sulla viabilità padovana.

MOZIONE: NO A VENETO CITY – LA PROVINCIA DI PADOVA ADERISCA ALLA CAMPAGNA LANCIATA DALLE ASSOCIAZIONI ECONOMICHE, DENUNCIANDO LE GRAVI ESTERNALITA’ NEGATIVE PER IL TERRITORIO PADOVANO.

Stage, Praticantato e Tirocini di Qualità

LINEE GUIDA PER L’ATTUAZIONE DEL PROGETTO SPT DOC – Stage, Praticantato e Tirocini di Qualità: Poiche’ il legislatore regionale e nazionale tollerano che molti giovani che svolgono attivita’ di tirocinio o stage o pratica professionale, vengano ingiustamente sfruttati e privati di elementari diritti relativi al loro percorso di formazione lavorativa, Viste le seguenti norme: legge 196/1997, decreto ministeriale n. 142 del 1998, D.lgs. 53/2003 e legge 269/2003. Vista la legge regionale del marzo 2009, Visto l’art 18 della legge 196/1997 che stabilisce i principi ed i criteri generali in materia di tirocini formativi e di orientamento a favore di soggetti che hanno gia’ assolto l’obbligo scolastico;